Volevo utilizzare la musica come un luogo dove fare incontrare degli artisti che stimo e un progetto da condividere libero da una forma già costituita, volevo un principio più che un fine e una storia importante raccontata da voci diverse. Quindi tra gli artisti che ammiro particolarmente ho pensato a quelli che avessero linguaggi musicali lontani ma complementari.
Così ho chiamato i MOKADELIC, OLIVIA SALVADORI e SANDRO MUSSIDA, BOOSTA, ROBERTO ANGELINI, gli GNU QUARTET, e un gruppo di percussionisti africani guidati da RUGGERO ARTALE per comporre insieme a me le sei declinazioni di una stessa idea.
Poi ho pensato che sarebbe stato interessante cercare una nuova modalità per farli interagire. Volevo che tutti fossero liberi di esprimere la propria naturale musicalità e allo stesso tempo potessero convivere all'interno della stessa opera. Ho creato allora un'unità musicale minima, una struttura ritmica e armonica appena accennata, con un carattere sufficientemente preciso per essere ispirante, ma non compiuta in modo da lasciare un vuoto da riempire.
Ho consegnato nelle loro mani questa "cellula" chiedendo che indipendentemente l'uno dall'altro potessero dare di questa idea un'interpretazione che rispettasse il proprio linguaggio seguendo solo tre piccole regole per garantire il dialogo con gli altri e dare un luogo alla libertà: la tonalità di RE MINORE, la velocità metronomica di 124 bpm e la rappresentazione della VIOLENZA come principio narrativo. In più a ciascuno ho chiesto di elaborare una seconda parte in cui svincolandosi dalla "cellula" potessero esprimere quella che per loro era la sua evoluzione, creando quindi un momento di totale indipendenza prima della ripresa del dialogo.
In un secondo momento io avrei potuto non solo porre i diversi trattamenti uno dopo l'altro, ma grazie all'origine comune, avrei potuto anche montarli uno sopra l'altro combinandone gli elementi, utilizzando parti di uno con parti di un altro, creando un modo di suonare insieme, ma consapevolmente ognuno all'oscuro dell'altro.
Quando ho ascoltato le varie versioni ho capito che un risultato importante già era stato. Era straordinario sentire una pulsione elementare e umana come la violenza rappresentata attraverso molte delle sue sfaccettature, da quella tribale di un canto africano all'urlo distorto lancinante dei Mokadelic, da quella repressa nell'acusticità malinconica di Roberto Angelini al canto del profondo negli sperimenti lirico elettronici di Olivia Salvadori e Sandro Mussida, da quella notturna e danzante di Boosta a quella cortese e da camera nelle armonizzazioni degli Gnu Quartet, e in tutta questa varietà di stili riconoscere al contempo quell'origine comune.
In più grazie alla fiducia ricevuta da tutti loro avevo la possibilità tecnica e artistica di farli interagire, di estrapolare parti dei rispettivi arrangiamenti per poter creare accostamenti sonori inaspettati amplificando le potenzialità di ogni singola composizione.
VIOLENZA 124 è diventato così un concerto e un concetto a sette voci un tentativo di fare incontrare persone e sensibilità musicali che altrimenti difficilmente si sarebbero riunite in un progetto comune e allo stesso tempo e forse soprattutto un meraviglioso gioco in cui potersi sporcare le mani con i suoni.
Il risultato finale corrisponde solo ad una delle innumerevoli possibilità di montare tutto il materiale prodotto, frutto evidentemente di una selezione che corrisponde al mio gusto e al tentativo di comporre un percorso emotivo e non un esercizio di stile. Ma gli ascoltatori potranno sentire anche le versioni separate oltre al mix fatto da me per avere la possibilità di seguire le varie tappe di questo viaggio e riconoscere la forma originale di tutti gli elementi sonori.
Penso a questo progetto come ad un'opera in movimento e aperta a qualsiasi ulteriore trasformazione e proprio perchè non richiesta da nessun committente e non attesa da nessun pubblico un territorio dove la musica è libera di scegliersi la propria destinazione.
Ringrazio profondamente e uno per uno i musicisti che hanno avuto fiducia in tutto questo.
Niccolò Fabi
Prodotto da Niccolò Fabi
Mixato da Alessandro Canini
Coordinamento Ricky Palazzolo