Sanremo e lontano da tutto

Ho spesso la sensazione di essere in controtempo rispetto al ritmo delle cose. Due anni fà ero forte, con una canzone che diceva esattamente quello che volevo dire e dei risvegli che erano esattamente quelli che volevo vivere. Con orgoglio e convinzione ho cercato di fare ascoltare “Solo un uomo” attraverso il festival di Sanremo a più persone possibili. Ma nel 2009 al Festival di Sanremo non serviva “Solo un uomo”.
È stata una delusione. Due anni dopo il festival di Sanremo vuole una mia canzone, o forse vuole me e la mia storia. Credo alla vicinanza di Gianni Morandi, molto meno alla ragione televisiva. Non ho nessuna canzone che sarei in grado di cantare su quel palcoscenico, non so ancora cosa di nuovo potrà scrivere la mia penna né cosa vorrà cantare la mia voce. Quindi rimango qui ad occuparmi di altro.

Mentre questo accade, Ivano Fossati e Michele Giardina mi chiedono una canzone da intrecciare alla storia musicale di Serena Abrami. Ivano è da sempre un mio spacciatore di parole, Michele è un amico vero, Serena è brava e mi ispira affetto. Ecco un altro controtempo: al Festival di Sanremo che inizia tra pochi giorni Serena Abrami canterà “Lontano da tutto”, una canzone che avevo scritto quando tornando dallo studio in salotto c’era un seggiolone. Non so essere obiettivo su questa canzone, è difficile in genere esserlo sulle proprie cose, ma in questo caso troppo ingombrante è il ricordo del tempo e del luogo in cui risuonava per casa il suo primo provino. A distanza di tredici anni tornano sul quel palco delle parole che mi appartengono, un ennesimo cortocircuito di questo mestiere assurdo che mette continuamente in contatto l’estremamente intimo con l’estremamente superficiale… Vabbè avanti così… nicc

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11/02/2011