eccoci... ritornare dall'Africa non è mai facile, raccontarla forse ancora meno, gli aggettivi più raffinati incespicano davanti alla quantità infinita delle sue sfumature. Ma mi sento ancora nitidamente addosso l'umidità di Luanda, la capitale dell'Angola, la sua frenesia di diventare velocemente qualcosa di diverso da quello che è stata per anni, il desiderio di essere un città moderna prima ancora che i suoi abitanti possano diventare dei cittadini moderni, come se la modernità fosse una qualità estetica prima di essere una possibilità di degna sopravvivenza per tutti... contrasti, speranze, umanità... la senzazione che edificare non significhi costruire, e che i palazzinari non siano esattamente dei filosofi... la speranza accorata che della nostra "benemerita" civiltà occidentale non ambiscano a possedere solo i lati peggiori e che delle enormi risorse naturali che posseggono, come petrolio e diamanti, possano essere i primi ad arricchirsi e di quella ricchezza possano godere tutti... comunque... lasciamo Luanda e dopo due ore di aereo verso sud atterriamo a Ondjiva, da qui in altre due ore di macchina per strade in parte completate dai "volenterosi" cinesi, in parte arrese allo strapotere delle pioggie si arriva a Chiulo e al suo ospedale.
[flickr-gallery mode="photoset" photoset="72157625644110484"]Così un nome che avevo pronunciato tante volte, quasi fosse un mio amico d'infanzia, ma che in realtà non avevo mai visto, improvvisamente diventa un luogo reale, e quel meraviglioso albero conosciuto solo in fotografia diventa d'incanto un luogo dove cercare ombra per ripararsi dal sole....Un ospedale rurale africano è un luogo speciale, dove si amplificano i comuni sentimenti che prova l'uomo dalla pelle bianca in shorts zainetto e macchina fotografica quando impatta l'odore d'Africa... senso di colpa, di impotenza, e allo stesso tempo ritorno all'origine, alle prime lettere dell'alfabeto... lusso, povertà, cose necessarie, cose inutili, bivii scelte di vita... poi incontri Marco, Cristina, Alessandra, Paolo, Davide... quattro medici e un logista Cuamm... chi da quattro anni, chi da nove mesi vive la propria vita in questo ospedale... cento pazienti a testa, un solo chirurgo... vengono da un mese senza energia elettrica e acqua per la rottura dell'unico generatore... ma i loro occhi brillano, i loro gesti hanno la determinazione di chi vive ogni singola giornata con uno scopo, sono stanchi a volte sfiduciati ma con una passione che farebbe sentire in difficoltà anche il più ispirato degli artisti, si sentono lontani da tutto e allo stesso tempo al centro della vita, soli e allo stesso tempo circondati da quello che di più importante abbiamo, che non avendo paura di apparire melenso chiamerei con il suo nome, cioè amore.
Li ringrazio profondamente per gli angoli poco frequentati dell'essere umano che loro mi ricordano esistere, perchè i loro dubbi sono anche i miei e le loro speranze sono identiche alle mie, ma allo stesso tempo perchè hanno fatto scelte scomode che mi mettono in imbarazzo, e perchè mi confermano che la realizzazione professionale e umana può seguire tante e meravigliose strade diverse, e che ciò che comunemente chiamiamo successo è una casa vuota, una corsa frenetica verso una porta oltre la quale non c'è nulla, la giusta ricompensa deve attenderci altrove.
Sono felice che a loro insieme a donna Giuditta, la direttrice angolana dell'ospedale, sia stata consegnata la mia eredità più preziosa, che le vostre banconote finiscano nelle loro mani e che attraverso di esse si possano curare delle ferite... il denaro in questi casi mi offre il suo lato meno sospetto, l'economia si fa reale, i soldi acquistano ciò che ci può far sopravvivere, niene di più niente di meno... a gennaio cominceranno effettivamente i lavori, la pediatria di Chiulo avrà una nuova sala per i malnutriti oltre a tre camere di isolamento per le malattie più infettive, quaranta nuovi letti anche per permettere alle mamme di dormire con i bambini e un concentratore di ossigeno. Il piccolo ritardo in partenza è dovuto al fatto che con l'arrivo della nuova direttrice si è ricalibrato leggermente il progetto in funzione delle priorità che lei ha indicato.
Torneremo a trovarli in primavera, non solo per verificare l'avanzamento dei lavori, ma per respirare di nuovo quell'aria e per farci un altro regalo... vi lascio alcune fotografie e qualche filmato perchè sono sicuro che ognuno di voi saprà riconoscersi e ritrovarsi in una delle mille sfumature di colori che solo l'africa regala... ho portato a Chiulo il vostro abbraccio, ora a voi porto il suo... graziedicuore. nicc